L'ULTIMO BALLO - Tarantola31 - Etnosurf & Melodica Peninsulare

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L'ultimo ballo
(M. Magurno/Igor Vazzaz)


dov’è la luna curva sulla mano
l’ombra morbida dell’altopiano
sarà la notte che ti stende gli occhi sin da lontano
l’occasione che ti ha deluso
scusa spicciola per un sopruso
l’incoscienza di un amore smesso, ora in disuso
l’incoscienza di un amore in disuso
scintillante come una spada
profumato di cattiva strada
come un bacio sulla bocca dato alla “comunque vada”
questa polvere che non sbaraglia
la cerniera fino alla boscaglia
smarrimmo entrambi la via alla miniera e la via alla battaglia
la via alla miniera e alla battaglia
un’inutile bigiotteria
un tesoro sotto un’osteria
o il tuo verde immenso immerso nella mia vigliaccheria
e tu danza il giro dell’abbaglio
la ferita in fondo è solo un taglio
ed il mare che indovini di lontano è uno sbaglio
ed il mare indovinato di lontano, uno sbaglio
la sveltezza pronta per la sera
il sorriso come di lamiera
con due lacrime di sangue esibite come una bandiera
un coltello fitto nella schiena
un alloggio sfitto per la cena
il sorriso lento e zitto zitto di una sirena
il sorriso zitto e una sirena
ora dimmi tu che cosa è stato
dillo tu dov’è che ho sbagliato
tu, che cogli astute differenze tra cielo e prato
mi hanno letto i prossimi vent’anni
cento meno gioie e più malanni
qui seduti intorno ai fuochi rossi di san giovanni
qui seduti ai rossi caldi di san giovanni
è il naufragio del “c’era una volta”
sfiancamento dopo la rivolta
il rimorso adagio per una carezza ormai maltolta
l’Ultimo Ballo che non sai ballareil disamore che dovrai imparare
ed il resto è tutta roba di cui non potrai parlare
ed il resto è roba di cui non so parlare

 
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